Per erogare i propri servizi ai cittadini e alle imprese, il Comune sostiene costi di personale, costi per acquistare beni e servizi all’esterno, costi per utenze e spese per affitti. Deve inoltre sostenere ogni anno i costi del servizio del debito (quota capitale e quota interessi) e pagare alcune imposte e tasse (es. IVA).
A) IL BUDGET 2014
Il documento di budget, redatto annualmente insieme al Bilancio di previsione che è predisposto sulla base della normativa nazionale, evidenzia le spese correnti che il Comune sosterrà per l’anno in corso distinguendole in cinque macro-aggregati, che per il 2014 hanno le seguenti dimensioni:
- Personale (compresi compensi agli amministratori): 175 milioni di euro;
- Economato (utenze, informatica, gestione immobili): 33,7 milioni di euro;
- Consumi specifici (costi per acquisti di beni e servizi attribuiti direttamente alla responsabilità gestionale dei singoli Dipartimenti/Aree/Settori/Quartieri): 139 milioni di euro;
- Altre spese (servizi Hera, gestione patrimonio, costi finanziari): 167,5 milioni di euro;
- Fitti: 9,4 milioni di euro.
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Il budget è un documento previsionale.
Il riscontro a consuntivo è affidato allo strumento della contabilità analitica, in grado di evidenziare i costi di cui sopra riferiti alle strutture organizzative in cui il Comune è suddiviso e, all’interno di queste, il costo complessivo delle attività che svolgono.
B) IL CONSUNTIVO DI CONTABILITA' ANALITICA 2013
Nel Volume 1 del Consuntivo di contabilità analitica 2013 vengono resi noti i costi per natura, in serie storica dal 2008 al 2013.
La tabella precedente evidenzia la serie storica dei costi per natura di costo relativa agli anni compresi fra il 2008 e il 2013. La disponibilità dei dati relativa ad un periodo di tempo ampio, che coincide con gli anni della crisi finanziaria ed economica, permette di valutare le rilevanti trasformazioni intervenute nella struttura del bilancio comunale sotto il profilo della disponibilità delle risorse e della loro allocazione fra le diverse linee di attività.
Nel 2013 il Consuntivo di contabilità analitica ha registrato costi per complessivi 568,6 milioni di euro (di cui 446,4 milioni rappresentano costi di natura ordinaria e 122,2 milioni costi di natura straordinaria).
Rispetto al 2012 i costi di natura ordinaria calano di 7,4 milioni di euro (da 453,8 a 446,4 milioni); i costi di natura straordinaria registrano invece un fortissimo aumento (da 68,5 a 122,2 milioni di euro), imputabile in larghissima prevalenza all’introduzione dei nuovi principi contabili (che prevedono rispetto agli anni precedenti rilevanti accantonamenti per svalutazioni dei crediti e delle immobilizzazioni e per rischi di altra natura).
Il calo dei costi di natura ordinaria registrato nel 2013 si inserisce in un processo di razionalizzazione e qualificazione della spesa di intensità eccezionale, che ha interessato tutto il periodo considerato. Se si esamina la serie storica di questi costi si evidenzia che rispetto al 2008 si registra un calo di 33,1 milioni di euro (da 479,5 a 446,4 milioni). Siamo in presenza di una riduzione della spesa di grande rilievo assoluto, pari in percentuale a quasi il 7% in meno in termini nominali. Bisogna inoltre considerare che nel periodo 2008-2013 si è registrata a Bologna una variazione complessiva dei prezzi pari a quasi il 9% in termini cumulati; se si prende anche in considerazione il processo inflazionistico la riduzione dei costi ordinari rispetto al 2008 si avvicina al 16% in termini reali.
Da questi dati appare evidente l’intensità e la continuità del processo di spending review condotto dall’Amministrazione in questo periodo, caratterizzato come già specificato nella premessa del volume da una drastica riduzione delle risorse disponibili e da un significativo aumento dei bisogni sociali, sia per l’evoluzione demografica sia per le negative conseguenze della crisi economica.
La disponibilità in serie storica dei dati di contabilità analitica permette anche di articolare in modo significativo l’analisi di questo rilevante processo di razionalizzazione della spesa.
Il dato sicuramente più evidente è quello che fa riferimento alla voce di costo relativa al “Personale”. Nel 2013 si sono sostenuti a questo titolo costi per 160,6 milioni di euro (con una riduzione rispetto al 2012 di 8,4 milioni). Se si opera il confronto con il 2008 la riduzione assoluta sale a 31,6 milioni di euro, pari in percentuale a –16,5% in termini nominali. Anche in questo caso per operare un confronto corretto è necessario tenere conto del processo inflazionistico e allora la riduzione percentuale sale a oltre il 25% in termini reali. Siamo con ogni evidenza in presenza di un processo di razionalizzazione della spesa di personale di straordinaria intensità, dovuto sia alla riduzione degli organici sia al blocco della dinamica contrattuale in vigore a partire dal 2011. Nel periodo considerato l’organico a tempo indeterminato si è ridotto da 4.839 unità alla fine del 2007 a 4.271 alla fine del 2013 (568 persone in meno, pari a -11,7%). Anche l’utilizzo complessivo della risorsa personale ha subito un drastico calo: il numero medio dei dipendenti a tempo indeterminato e determinato è infatti sceso da 5.242 unità nel 2008 a 4.449 nel 2013 (-793 unità in termini assoluti, pari a -15,1%). Alla forte contrazione dei dipendenti a tempo indeterminato si è quindi associata anche una significativa riduzione del ricorso a prestazioni di lavoro a tempo determinato (in particolare modo nei servizi educativi e scolastici).
L’altra rilevante tendenza di riduzione della spesa da segnalare riguarda la voce di costo “Interessi passivi”. Nel 2013 si sono sostenute spese a questo titolo per 7,8 milioni di euro, con una riduzione rispetto al 2012 di oltre 1,7 milioni di euro. Se si estende il confronto temporale al 2008 appare con chiarezza l’entità del calo di questo costo, che scende da 14,3 a 7,8 milioni (6,5 milioni in meno, pari a -45,5%).
Tenuto conto del processo inflazionistico in questo periodo la spesa per interessi si è più che dimezzata, grazie ad un processo di straordinaria intensità di riduzione dello stock del debito che è stato pianificato dall’Amministrazione in tutto il periodo considerato, limitando significativamente il ricorso a nuovo indebitamento per finanziare investimenti. In questo modo lo stock del debito si è ridotto da 315,8 milioni di euro all’inizio del 2008 a 186 milioni alla fine del 2013, anche in questo caso quasi dimezzandosi in termini reali.
Razionalizzazione della spesa di personale e rilevante calo dell’indebitamento (e della quota di interessi passivi corrisposti) sono state quindi le due leve fondamentali della politica di spending review posta in essere in questo periodo dall’Amministrazione, salvaguardando la dotazione assoluta dei servizi e mantenendo nei limiti imposti dal Patto di stabilità una politica di investimento coerente con le esigenze prioritarie della città.
Vediamo ora i dati di contabilità analitica relativi alle altre voci di costo, che assorbono in alcuni casi quote molto rilevanti delle risorse disponibili.
La voce più significativa in termini assoluti è quella delle “Prestazioni di servizi”: nel 2013 i costi sostenuti a questo titolo ammontano a 187,2 milioni (con un incremento di 1,5 milioni rispetto al 2012, coerente con il tasso medio di inflazione registrato a Bologna nel 2013 pari a +1,3%). Se si opera il confronto con il 2008 siamo invece in presenza di una riduzione (da 195,7 a 187,2 milioni), che testimonia l’impegno posto dall’Amministrazione anche in questo caso per razionalizzare il ricorso a queste prestazioni di servizi.
La voce di costo “Trasferimenti e contributi” presenta nel tempo un andamento più variabile, con un valore 2013 di oltre 43 milioni di euro (in significativo aumento rispetto al 2012 di quasi 5,9 milioni di euro).
Relativamente a queste due ultime voci di costo esaminate (prestazioni di servizi e trasferimenti) è necessario precisare che la comparabilità dei dati in serie storica è influenzata dai fattori di discontinuità che sono stati ricordati in premessa: in particolare nel caso dei Quartieri la modifica dei principi contabili ha comportato notevoli conseguenze sull’anno di competenza della spesa per trasferimenti e contributi, spostando sul 2013 una rilevante quota aggiuntiva di costi legati a questa voce.
Continuiamo ora l’esame delle diverse voci di costo, esaminando il dato delle “Utenze”. Nel 2013 si è registrato a questo titolo una spesa di 21 milioni di euro, con una sensibile riduzione rispetto al 2012 (4,3 milioni in meno). In questo caso è necessario precisare che il dato 2012 era stato pesantemente condizionato da condizioni metereologiche avverse sia invernali sia estive, che avevano sensibilmente incrementato la spesa per riscaldamento/raffrescamento; sempre nel 2012 erano anche avvenute relativamente alle utenze alcune operazioni di conguaglio di carattere straordinario. Il dato 2013 riporta quindi l’ammontare di risorse destinato a questa voce di costo su livelli normali, come appare evidente esaminando i dati in serie storica rispetto all’intero periodo 2008-2013.
Un’altra voce di costo significativa è quella dei “Fitti passivi”, che ha registrato nel 2013 un valore di 9,6 milioni di euro (con una riduzione rispetto al 2012 di 2,3 milioni di euro). L’andamento nel tempo di questa voce di costo è fortemente condizionato dai fitti passivi corrisposti dall’Amministrazione per le esigenze degli Uffici giudiziari: si è così assistito ad un progressivo incremento di questa spesa, che è salita da 8 milioni di euro nel 2008 fino al valore massimo di 11,9 milioni di euro nel 2012. Il dato 2013 inverte quindi questa tendenza, che rappresenta uno dei punti problematici del bilancio comunale anche per il continuo ridursi dei contributi erogati dallo Stato a parziale rimborso della spesa sostenuta dal Comune per la logistica degli Uffici giudiziari.
La nostra analisi delle voci di costo di natura ordinaria si conclude con i dati relativi a “Imposte e tasse”, che hanno fatto registrare nel 2013 costi per 12,3 milioni di euro (con un incremento di 1,2 milioni rispetto al 2012).
Per quanto riguarda invece le voci di costo di natura straordinaria l’andamento in serie storica deve essere interpretato alla luce dei fattori di discontinuità già più volte segnalati, legati all’introduzione dei nuovi principi contabili e all’erratico manifestarsi di oneri straordinari della gestione. Il dato 2013 è di 122,2 milioni di euro.
Riteniamo che questa analisi di medio periodo dei dati dei Consuntivi di contabilità analitica consenta di valutare in modo adeguato il processo di spending review posto in essere con continuità dalla nostra Amministrazione in questo periodo. Sarebbe estremamente interessante potere disporre di dati confrontabili relativi ad altre Amministrazioni centrali e locali, per potere collocare l’impegno prodotto in sede locale in un quadro di riferimento più ampio.
La riduzione della spesa di personale
La riduzione dello stock del debito e della spesa per interessi passivi
La contabilità analitica fornisce i costi pieni e le relative misure di attività per tipologia di intervento relativamente ai seguenti principali campi di intervento: